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La Nostra Storia


LA STORIA DELLA FNP CISL
Nella storia della Cisl la costituzione di una Federazione Nazionale Pensionati, presenti i delegati di oltre 70 province, porta la data del 22 ottobre 1952. Nell’assemblea costitutiva si decide l’adesione alla Cisl, ravvisando in essa la sola confederazione apartitica e rispettosa
del principio di autogoverno delle categorie.
Nel luglio del 1953 nasce l’organo ufficiale di stampa della Fnp, il mensile
Conquiste dei Pensionati. Ed è nel primo numero di questo periodico che viene
pubblicato un editoriale di Giulio Pastore, intitolato “Ancora sulla breccia”, nel quale si trova l’espressione “restare nella società”, che sta a indicare efficacemente il contenuto esistenziale degli obiettivi della tutela sindacale nel caso di questi soggetti.


Nell’editoriale Pastore risolve senza bisogno di molte teorie il problema centrale del sindacalismo dei pensionati: il problema del rapporto fra tutela previdenziale dei pensionati e rappresentanza generale della condizione anziana, da una parte, e dall’altra il problema del rapporto del sindacalismo dei pensionati con quello confederale.
Questa felice intuizione organizzativa sindacale si trova ad essere attualissima ancora oggi.
Nel nostro paese, come in tutti i paesi occidentali industrializzati, aumenta costantemente e progressivamente la percentuale della popolazione anziana. Di conseguenza, insieme ai problemi di equilibrio demografico e sociale che questo comporta, cresce la rilevanza che la condizione anziana va assumendo all’interno della società, contribuendo allo sviluppo di una coscienza attiva tanto del ruolo ricoperto in passato quanto di quello che si può ancora coprire.


Il ruolo politico e sociale riscoperto dagli anziani, e formatosi nelle rivendicazioni di alto profilo avanzate in materia pensionistica e di politica sociale negli ultimi anni (nonché attraverso le denunce documentate e forti in materia di inadeguatezza delle strutture socio-sanitarie), ha valorizzato una presenza fino ad un momento prima trascurata e misconosciuta, incidendo su questioni fondamentali per la vita pubblica, come appunto il sistema pensionistico, il sistema fiscale, il sistema sanitario, oltre ogni previsione.
La Federazione nazionale pensionati della Cisl ha saputo cogliere questo
significativo momento storico. Le occasioni di impegno offerte alle potenziali energie possedute dai lavoratori giunti all’età della pensione
hanno contribuito a consolidare una grande esperienza collettiva.
Il sindacalismo dei pensionati ha fornito un’esperienza sociale non
settoriale, attraverso un modello sociale ed organizzativo in grado di valorizzare quelle energie nella direzione di un’azione dai caratteri generali.


Il sindacalismo confederale si è proposto così come la prefigurazione di una nuova società in cui non viene trascurato, ma anzi valorizzato, il ruolo degli anziani, attraverso una integrazione di esperienze e di competenze provenienti da tutti i settori lavorativi e sociali.
Infatti l’attività svolta dalla Federazione sindacale dei pensionati si è progressivamente evoluta dalla iniziale, elementare assistenza sindacale e di patronato fino ad assumere il profilo di una strategia politico-sindacale di articolata tutela e di rivendicazione dei bisogni degli anziani, in specie delle fasce più deboli. Il ruolo politico sindacale svolto in questi anni,
giunto fino al punto da incidere profondamente sul sistema delle pensioni e della tutela complessiva della condizione anziana, ha assunto l’esemplare significato di difesa dell’interesse di tutti, anche della condizione di coloro che, attualmente in attività, entreranno in quiescenza in avvenire.
L’azione del sindacalismo confederale degli anziani, ed in specie della Federazione nazionale dei pensionati della Cisl, rivela un impegno rivolto sempre più verso la tutela della condizione di coloro che sono già in pensione e, al tempo stesso, di tutti coloro che sono ancora in attività
di servizio e che solo in futuro assumeranno la qualità di pensionati. Così il sindacalismo dei pensionati non ha lo sguardo volto verso il passato, ma verso un avvenire carico di speranza.
Il paradosso che si sta profilando nei nostri anni, in relazione alla condizione della popolazione anziana nei paesi sviluppati, mette in gioco la sorte stessa della democrazia per l’immediato futuro: mentre gli anziani aumentano, comportando un maggior peso della spesa sociale sui
bilanci nazionali, la soddisfazione di altri bisogni appare più urgente rispetto a quelli degli anziani. Eppure, se la democrazia è la risposta ai bisogni dei più e dei maggiormente bisognosi dell’azione pubblica, proprio sulla “questione sociale” (e sulla “questione anziana” che di quella
è parte così significativa) si giocherà l’avvenire e la qualità della democrazia. Il sindacalismo confederale, arricchito da quella sua componente di punta che è il sindacalismo dei pensionati,
non può che considerare questo un impegno prioritario per gli anni del terzo millennio